Terme di Portorose: il mondo dei sani piaceri
Dove un tempo c’era il muro di cinta con il filo spinato, oggi c’è una trafficata rotatoria. Se non fosse per il cartello blu con le stelle della comunità europea, seminascosto tra le insegne dei negozi di confine e le barriere dei sempiterni lavori in corso, quasi non ti accorgeresti di entrare in Slovenia. La strada rimane agevole, mentre percorri le gallerie che precedono l’ingresso a Capodistria, la grande città portuale della Jugoslavia di Tito e dell’impero asburgico. Oggi è il porto per eccellenza della Slovenia, alla quale hanno voluto dare una stretta fascia costiera per non farle mancare lo sbocco sul mare. A farle da cornice, due gioiellini in stile veneziano come Pirano ed Isola. E, prima delle suggestive saline di Sicciole che precedono l’ingresso in Croazia, la località più conosciuta da queste parti per il turismo balneare, Portorose. Ma definirla “località balneare” sarebbe riduttivo: questa piccola bomboniera distante poco più di una trentina di kilometri da Trieste strizza l’occhio a due categorie di turisti spesso complementari: i giocatori d’azzardo, ma soprattutto i termalisti.
A percorrere l’Obala, la curvilinea strada principale della cittadina, sembra quasi di essere sul rettilineo di partenza del Gran Premio di Montecarlo, anch’esso tutto tranne che dritto. Ad imporsi sul lungomare, rendendo quasi impossibile la visione diretta della spiaggia, le luci del casinò, i macchinoni neri e soprattutto i grattacieli del complesso alberghiero termale Lifeclass: sei alberghi, collegati l’un l’altro, che fanno subito venire in mente il gioco di società a cui tutti abbiamo giocato, da ragazzini. I più prestigiosi, ovvero Slovenija, Grand Hotel Portorose e Riviera sono in prima linea sull’Obala, mentre gli altri tre (Apollo, Neptun e Mirna) sono ubicati sulla collina retrostante. Qui non si viene tanto per il mare, che tra l’altro non è eccezionale (pulito, ma non all’altezza di quello rinvenibile in Croazia), bensì per abbandonarsi, come recita lo slogan della catena, al mondo dei sani piaceri. Il suo centro termale, suddiviso in più aree ubicate nei vari hotel collegate da passaggi interni un po’labirintici, è uno dei più grandi ed attrezzati di tutta la nazione, che ha scoperto nel termalismo un eccellente volano per il suo sviluppo turistico. Scopriamo in dettaglio le terme di Portorose.
Le due grandi piscine termali, ubicate presso l’Hotel Riviera e il Grand Hotel Portorose, sono di acqua di mare riscaldata. All’interno di esse vi è disciolto il sale di Sicciole, che provoca immediatamente benefici eccezionali sul corpo e dona una persistente sensazione di benessere. Ho constatato personalmente che al termine di un bagno ci si sente rilassati, ma mai storditi e sonnolenti. Le postazioni idromassaggio non sono moltissime, e, come nella maggior parte delle piscine termali slovene, l’ingresso è consentito anche ai bambini, molto più educati rispetto alla prole nostrana, ma di certo non classificabili come silenziosi. Ad ogni modo la vastità degli spazi e gli innumerevoli lettini a disposizione consentono di trovare facilmente un posticino tutto per sé, a meno di non preferire, tra un bagno e l’altro, di concedersi un aperitivo o una bibita o un centrifugato nel bar a bordo piscina. Ma è nel Mondo delle Saune che il complesso termale dà il meglio di sè: uno spazio appartato, a pagamento (clicca qui per le tariffe), dove i bambini non sono ammessi e, tra musica soffusa e profumi di gelsomino, ci si può abbandonare al calore di sette tipi di sauna diversi, rilassarsi nella grande vasca idromassaggio o partecipare ad un rituale aufguss. Il tutto rigorosamente in nudità, come si conviene nelle saune di qualsiasi nazione europea, eccetto la pudica Italia. La carta dei trattamenti e dei massaggi è quanto di più ricco possa esistere: ce n’è per tutti i gusti, ed anche i seguaci delle filosofie di benessere più all’avanguardia troveranno pane per i loro denti.
Per chi preferisce il mare, il complesso dispone di una spiaggia privata, la Medusa Beach (a pagamento, eccetto per gli ospiti del Grand Hotel e dello Slovenija), mentre gli amanti dell’aperitivo troveranno eccellenti stuzzichini a base di Prosciutto del Carso al bistrot Istrian Tapas. Da non perdere anche una fetta di Torta Fior di Sale (premiato come miglior dolce sloveno) al Cafè Central presso il Grand Hotel. E adesso in molti penserete che per usufruire di tutto questo ben di Dio sia necessario avere il conto in banca di Briatore, giusto? Niente di più sbagliato. I prezzi sono veramente alla portata di tutti: logico che gli hotel principali costino un po’di più, ma soggiornando in quelli sulla collina (massimo 200 metri di distanza dall’Obala, con possibilità di sfruttare i passaggi e gli ascensori interni per raggiungerla) disporrete degli stessi benefit (a parte naturalmente camere un po’più piccole e buffet della colazione e della cena meno opulenti) pagando molto di meno. E, nel caso in cui l’intero complesso dovesse essere troppo vuoto o troppo pieno, potreste addirittura ricevere un gradito upgrade! I fortunati triestini fanno la spola quotidiana per concedersi un po’di relax nel Sauna Park, ma le terme di Portorose ed in particolare un soggiorno al complesso Lifeclass sono un’esperienza che tutti i termalisti incalliti (quelli che naturalmente non si fanno problemi a togliersi il costume) dovranno prima o poi concedersi.
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