Perchè Salisburgo è più bella di Vienna
Vienna, stazione Westbahnhof, un soleggiato pomeriggio di metà settembre. Nonostante l’autunno sia alle porte, l’aria è calda, afosa, appiccicosa. Cosa insolita da queste parti anche in pieno luglio. La grande città mi spaventa un po’: sono in Austria da quasi una settimana, e ho visitato solo cittadine a misura d’uomo: Innsbruck, Salisburgo e i suoi dintorni. Valigia al seguito, mi incammino a passo svelto verso Mariahilfer Strasse, il lungo vialone rettilineo pieno di negozi che conduce in centro. Ho l’albergo più o meno a metà, al secondo piano di uno dei tanti palazzoni neoclassici. C’è folla sui marciapiedi, ed alcuni cantieri costringono a una gimkana tra la gente, gli alberi e le transenne. Mi fermo giusto per fare il check-in e posare la valigia. Pochi minuti e mi rituffo nella città. Stephansplatz è a quasi 2 kilometri, ma voglio comunque arrivarci a piedi, senza metropolitana. Mi piace vedere come cambia il tessuto urbano, e l’Austria non è ancora coperta da Street View.
Arrivo al limitare del Ring, dove opulenti palazzi barocchi mi preannunciano che sto per entrate nel centro storico. Imbocco Karntner Strasse, la folla aumenta. Tutto intorno, negozi di souvenir identici a quelli che troveresti in qualsiasi altra capitale europea. Il solito ciarpame: t-shirt, tazze, calamite, penne e calendari di produzione cinese. Non provo niente, non riesco a percepire l’abbraccio della città, ovvero quella sensazione di sentirsi subito a proprio agio in un posto nuovo. La mia coscienza mi dice che forse ho la pancia piena, e sono un po’stanco dopo una settimana di viaggio. No, percepisco freddezza, anonimato. Come se mi trovassi in una banale città d’affari uguale a tante altre, priva di vedute da cartolina. Mi sembra tutto uguale a se stesso. Arrivo in Stephansplatz, e qui arriva la goccia che fa traboccare il vaso: la veduta dell’opulenta cattedrale gotica è disturbata da un palazzo di vetro, di proprietà di Zara. Qualcuno mi dice che è arte contemporanea, ma per me fanno a pugni come il bianco e il nero. No, proprio non ci siamo. Questa città non riesco proprio a farmela piacere. Una fetta di torta Sacher originale, secca come petto di pollo stracotto, non migliora il mio umore. E Schonbrunn mi interessa relativamente, anche perchè la principessa Sissi mi sta sulle gonadi…
Ben altre sensazioni avevo provato a Salisburgo fino al giorno prima. Ero stato benissimo, eccetto per una camera soppalcata con il soffitto basso dove avevo timbrato violentemente la capoccia. Più piccola, più accogliente, meno dispersiva. Con quella tipica atmosfera mitteleuropea di caratteri gotici, ferro battuto, pinnacoli, dirndl e bretzel che in Austria ritrovi solo nel Tirolo e perdi, viaggiando da ovest verso est, una volta arrivato a Linz, dove le atmosfere si fanno più austere, ungariche. Anche lì non ho voluto perdere tempo: sosta velocissima in hotel per liberarmi dei fardelli pesanti e poi subito in cammino verso la Hohensalzburg, la fortezza medievale che domina la città e regala uno spettacolare panorama sull’ansa del Salzach, il fiume che la taglia in due. C’è la funicolare (biglietto: € 13,30 andata e ritorno, comprensivo di Ingresso alla Fortezza e ai Musei. Senza funicolare: € 10,30), ma voglio salire a piedi, fermandomi di tanto in tanto a scattare delle foto sullo skyline sottostante, dominato dalle guglie verdi del Duomo. In cima, comprendi che la città è interamente circondata da verdeggianti colline, sia che si guardi verso i Tauri, sia verso il confine tedesco.
Ci sono altre due alture in città da cui gustarsi il panorama, a seconda delle ore del giorno: per foto con luce perfetta, meglio visitare il Convento dei Cappuccini (a nord del fiume) al mattino e nel pomeriggio il Museo d’arte moderna (biglietto: € 12,00) sul dirupo del Monchsberg, accessibile tramite un ascensore scavato nella roccia (biglietto: € 2,00 se non si visita il museo), sulla cui cima è possibile anche pranzare al ristorante M32. Ritornando a valle, imperdibile una deviazione verso l’incantevole Cimitero di San Pietro, con le tombe di parecchi notabili cittadini, prima di perdersi lungo la Getreidegasse, la via dello shopping con le insegne in ferro battuto, la casa natale di Mozart (biglietto: € 12,00) e naturalmente tantissime pasticcerie dove acquistare i celeberrimi cioccolatini, sia quelli originali (e carissimi) della pasticceria Furst (in incarto blu), sia le più economiche imitazioni per turisti in carta rossa. C’è anche un negozio che vende addobbi natalizi in piena estate; ma si sa, qui Natale e i suoi mercatini sono sacri…
Per una cena tipica, niente di meglio della birreria Augustiner, alla periferia nord della città. La si raggiunge comodamente a piedi, dopo una piacevole passeggiata sul verdeggiante argine del Salzach lungo cui fanno jogging o si rilassano in bicicletta centinaia di residenti. Siamo nel seicentesco convento di Mulln, e vi si accede tramite una porticina e una maestosa scalinata in discesa dove ti attendi da un momento all’altro di trovare un monaco in preghiera. La birreria è proprio nel refettorio del monastero: all’ingresso ritiri il tuo boccale (da un litro o mezzo litro) in una credenza, lo sciacqui sotto un’antica fontana e ti metti in fila per essere servito: alla buona, con il boccale traboccante che ti viene quasi lanciato dagli addetti alla spillatura. Prima di accomodarti su un’austera panca di legno o, nelle giornate più calde, nella frescura del biergarten, puoi anche acquistare qualcosa da mangiare in uno dei chioschetti (un po’zozzi, a dire il vero) che vendono wurstel, crauti, stinco di maiale, pollo arrosto, patate al forno (ottime) e gli immancabili bretzel. La qualità non è eccelsa, ma tanto basta per non bere a stomaco vuoto. Tra l’altro, la birra è leggera e dissetante, e fa più effetto sulle vie urinarie che sul sistema nervoso.
Prima di rientrare un hotel, doverosa una passeggiata, con sguardo puntato verso la Fortezza, attraverso il lussureggiante giardino (ingresso libero) del Castello di Mirabell, costruito dal principe arcivescovo Wolf Dietrich per la sua celeberrima amante Salome Alt. Un regalo che non troverebbe certo eguali nel mondo, dove ancora oggi si celebrano opulenti matrimoni in un Castello delle Cerimonie vero e non posticcio. Finita di esplorare la città, si può noleggiare un’auto e visitare i dintorni: il Salzkammergut è una regione che lascia a bocca aperta per la bellezza dei suoi paesaggi, dominati da laghi cristallini circondati da boschi di conifere ed imponenti cime montagnose. Imperdibile la visita di Hallstatt, il borgo-cartolina adagiato sulle rive del lago Hallstatter a cui dedicherò un post apposito.
C’è tantissimo da vedere, fotografare, gustare. Il tutto a ritmi lenti, lontani della frenesia di una metropoli. Ed ecco spiegato, anche a chi è scettico, perchè Salisburgo è meglio di Vienna.
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