Lago di Bled: innamorarsi della Slovenia a prima vista
La notte avanti quel giorno in cui arrivai sul Lago di Bled, non riuscii a dormire: come accadeva spesso durante l’ultima sera di vacanza in un paese dalla valuta diversa dall’euro, per evitare il fastidio di dover ricambiare gli spiccioli, li trasformavo in beveraggio alcolico. Tracannai qualche birra e un paio di cocktail di troppo, per poi cadere, una volta in albergo, nel sonno illusorio della sbornia; quello che, pur sembrando profondo, non ti ristora. Mi risvegliai dopo un paio d’ore in uno stato di agitazione intensa, come se fossi appena uscito da un incubo e me ne trovassi ancora all’interno. Inoltre, il mobilio obsoleto e tarlato delle camere del Grand Hotel Adriatic di Opatija emanava un odore di muffa e naftalina che doveva avere degli effetti semi-allucinogeni o giù di lì. Non ricordo in effetti di aver dormito bene in nessuna delle tre notti trascorse lì. Complici anche un materasso a molle che cigolava al primo movimento e del frastuono della ventola del condizionatore che si attivava ogni venti minuti: poteva essere spenta (in cambio ovviamente del caldo torrido di agosto) solo tramite una telefonata alla reception. Quella sera, obnubilato dalle kune trasformate in alcool, dimenticai di farmela disattivare, e quando rinvenni dalla trance, c’era già il portiere notturno che parlava solo croato. Pazienza. Potevo sopportare il disagio: di primo mattino avrei finalmente lasciato un’Istria che proprio non era riuscita a piacermi, tra difficoltà di parcheggio nei centri più importanti, monumenti chiusi senza preavviso, panorami anonimi, gastronomia rivedibile ed un hotel deludente, lontanissimo dalla mia concezione di “quattro stelle“. Mi approssimavo a raggiungere la Slovenia e quel lago con l’isoletta in mezzo che sognavo di visitare da una vita: il Lago di Bled.
Un leggero senso di malessere, dovuto alla sonnolenza e alla stanchezza, mi accompagnò per tutta la prima parte del viaggio in auto, ma, non appena varcai il confine, quella sensazione spiacevole sparì immediatamente. Mi bastò guardare i prati curati, le dolci colline verdeggianti punteggiate da bianchi campanili in stile tirolese ed i fiori colorati ai balconi delle case per capire di essere giunto in un paese che mi sarebbe piaciuto. Persino l’aria risultava pura, balsamica, profumata. Mi fermai per una breve visita al Castello di Predjama, alle Grotte di Postumia (per le quali avevo un ingresso prenotato) e nel piccolo villaggio di Skofja Loka. Un gradevole antipasto consumato forse un po’ troppo frettolosamente, in attesa di arrivare, nel primo pomeriggio, sul Lago, quello con la L maiuscola: il Lago di Bled. Grazie ad una convenzione per agenti di viaggio, avevo potuto prenotare uno degli alberghi più panoramici, l’Hotel Golf (oggi Rikli Balance), con posizione panoramica ed un attrezzato centro benessere. Non appena presi possesso della camera, a l’alta fantasia (la mia) mancò possa: dal terrazzino potevo dominare tutto il lago, spaziando con lo sguardo dall’isoletta alla rocca con il castello. Forse non uno scenario idilliaco come quello di un lago dolomitico, ma che trasmetteva calma e serenità. Era ancora piuttosto presto, e avevo tutto il tempo per una breve ricognizione fotografica. Prima di raggiungere le rive, decisi però di salire sulla vicina collina di Straza per ammirare il lago da una prospettiva ancora più elevata: dal parcheggio è possibile, con 10 euro, salire in cima con la seggiovia e poi discendere al punto di partenza con un adrenalinico slittino su rotaia: un gioco destinato ai più piccoli (forse un po’estremo per loro), ma che fa la felicità anche degli adulti: vuoi mettere la sensazione di sfrecciare lungo vertiginosi tornanti a picco sul lago?
Una volta a valle, immaginai di concedermi una breve passeggiata fotografica sul lungolago principale e la strada dei negozi; ma, cammina qui, cammina là, la bellezza del luogo mi rapì talmente tanto che, quasi senza accorgermene, completai, in senso orario, l’intero perimetro di sei chilometri, scattando foto a ripetizione da qualsiasi angolatura. L’isolotto è dalla parte opposta rispetto al centro abitato, e te lo ritrovi ad un tiro di schioppo sulla sponda occidentale, dove sporadici pescatori provano a catturare lucci e persici con le lenze. La passeggiata si snoda tra tigli secolari, sentieri pedonali e tratti di strada asfaltata, senza che si percepisca mai una sensazione di affollamento, anche nelle giornate di punta. Oltrepassato un ordinato campeggio con spiaggia libera erbosa, si sale leggermente fino al Boat Club, per poi raggiungere, in discesa, lo stabilimento attrezzato di Grajska, dove una piattaforma in cemento consente la balneazione in acque dalla temperatura sempre mite, per via di feconde sorgenti termali sotterranee. Da qui si ritorna agevolmente in paese, attraversando i giardini pubblici della chiesa di Santa Martina. Per raggiungere l’isolotto, è necessario servirsi di una pletna, la tipica imbarcazione a remi (coadiuvata da un motore elettrico) in legno dal fondo piatto, ispirata alla gondola veneziana. La stazione si trova sul molo accanto ai negozi, ed i barcaioli attendono che si formi un gruppo di una decina di persone prima di partire, al costo di 12 euro andata e ritorno, per la traversata. Una volta sull’isola, si hanno 45 minuti a disposizione per salire la celebre scalinata di 99 gradini in pietra, visitare gli interni della Chiesa della Madonna con la sacrestia e la pieve immerse nella vegetazione e suonare la campana dei desideri. Scrivo questo articolo sei anni dopo la mia visita, e posso confessarvi che, pur non essendo un credente osservante, il desiderio espresso si è realmente avverato!
I giorni successivi sono stati dedicati alla visita dei dintorni: imperdibile naturalmente il Castello (ingresso € 10,50), dal quale si gode (andateci di mattina, con la luce favorevole) del miglior panorama possibile sul Lago. Nonostante il cortile venga usato per matrimoni e rievocazioni storiche, l’interno non è dei più magnificenti: il piccolo museo ospita dei manufatti che raccontano la storia del posto, una stamperia dove sono conservate alcune matrici a caratteri mobili del XV secolo e la fucina di un fabbro che ancora oggi realizza oggetti in ferro battuto. Da non perdere poi, tutte le bellezze della Carniola elencate in questo articolo, tutte a poche decine di minuti d’auto. A completare il mio rilassante soggiorno sul Lago di Bled, una fetta di Kremna Rezina, il dolce locale ideato dai pasticcieri dell’Hotel Park, simile alla torta paradiso. E, naturalmente, lunghe sedute di sauna (rigorosamente in nudità) e idromassaggi nel centro benessere Ziva all’interno dell’hotel. Unici nei: l’acqua della piscina troppo fredda ed una ristorazione a buffet troppo dozzinale e internazionale (brodaglie, carni stoppose, salsine e cremine). Il tutto perché tarato su una clientela mitteleuropea, nonostante gli italiani stiano piano piano scoprendo il Lago di Bled e tutte le bellezze della Slovenia. E poi, con i rigori dell’inverno, il lago ghiaccia e l’isolotto lo si raggiunge a piedi…
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