Alla scoperta della Camargue, romantica costola di Provenza
La rivalità tra Francia e Italia è uno dei rapporti di odio-amore più lunghi della storia: è dalla notte dei tempi che le due nazioni separate dall’arco alpino accendono le luci della competizione in ogni ambito, dall’arte all’enogastronomia, dalla moda al calcio. Ma viaggiatori e buongustai possono solo trarre vantaggio da questa sempiterna concorrenza, che regala vini eccellenti ed una varietà di paesaggi invidiabile. Tutte e due paesi attraversano più di cinque paralleli e, all’ombra di due capitali famose in tutto il mondo, annoverano non solo piccole città d’arte tutte da scoprire, ma anche ambientazioni inconsuete, difficilmente rinvenibili in altre ragioni d’Europa. E’il caso della Camargue, romantica e selvaggia appendice della Provenza spesso ignorata dai turisti in pellegrinaggio tra le città papali, i profumi di lavanda e le tracce che il più grande pittore di tutti i tempi ha lasciato in questa meravigliosa e paciosa regione, così autentica e lontana dalle atmosfere glamour parigine. Una terra che non può lasciare indifferenti per il suo fascino insolito ed autentico, dominato da colori degni di un quadro impressionista e profumi che rilasciano la loro scia nell’aria sempre limpida e pulita, spesso spazzata dal vento di maestrale che – come dicono da queste parti – quando soffia impetuoso è in grado di piegare le corna di un toro.
Geograficamente parlando, la Camargue è una zona paludosa in parte bonificata, originatasi dalle ramificazioni del delta fluviale del Rodano. Vaste lagune di acqua salmastra dai colori cangianti sono circondate da banchi di sabbia, praterie spazzate dal vento e particolari vigneti a piede basso che crescono su suoli sabbiosi ed argillosi. Per raggiungerla, è necessario lasciarsi alle spalle Arles, elegante ritiro provenzale di Van Gogh (ed ottima base alberghiera, trovandosi esattamente al centro della Provenza), e dirigersi verso sud in direzione Saintes-Maries-de-la-Mer, centro principale della Camargue e rinomata stazione di villegiatura balneare. Basta uscire dalla città per ritrovarsi immediatamente in un paesaggio di ampi campi coltivati interrotti di tanto in tanto da qualche laghetto o stagno. In pochi minuti giungerete al Museo della Camargue, che ripercorre, con una mostra interattiva, tutte le peculiarità della regione sotto l’aspetto storico, ambientale e geologico. Proseguendo oltre, prima di arrivare nel centro principale, giungerete all’ingresso di quella che è la più visitata attrazione della regione, il Parco Ornitologico di Pont de Gau. Qui potrete passeggiare, tra sentieri ben tracciati e passerelle di legno, attraverso una palude che ricorda molto da vicino le atmosfere americane di Everglades, abitata da uccelli migratori, aironi, trampolieri e soprattutto fenicotteri rosa (simbolo della regione), presenti in gran quantità in qualsiasi stagione dell’anno. Prendetevi tutto il tempo che vi serve per respirare l’aria salmastra, leggere i pannelli informativi, sostare nelle torrette di osservazione e soprattutto scattare foto a raffica. Noterete che la luce cambia in continuazione a seconda della prospettiva: non abbiate paura pertanto di risultare monotematici nello scatto: ogni foto sarà diversa!
Se visitate Saintes-Maries-de-la-Mer fuori stagione, passeggerete in una soleggiata cittadina bianca (anche se alcuni condomini per vacanzieri non sono proprio piacevoli) con un’arena protesa nel mare, un bel porticciolo ed un’ampia spiaggia di sabbia. Fermatevi per pranzo in uno dei tanti ristorantini di pesce tra il lungomare ed il santuario, per degustare un tipico plateau di frutti di mare dominato da ostriche freschissime, le seppie alla provenzale o, se preferite la cucina di terra, un piatto a base di carne di toro della Camargue, con la quale si produce uno squisito salame dai profumi e sapori molto simili a quelli della nostra soppressata. Le Rouget, aperto tutto l’anno, offre un buon rapporto qualità-prezzo e menù a prezzo fisso lontani dalla povertà qualitativa turistica. Terminata la visita, dirigetevi verso il borgo più bello della regione, Aigues Mortes, città fortificata che, nonostante il nome malaugurante, pullula di vita e colori vividi. La cinta muraria intatta e la pianta ortogonale sono proprie di una città medievale all’italiana, ma a sostituirsi a una cornice di colline e di vigneti tipica delle nostre zone, ecco suggestive saline che tingono il mare di sfumature tra il rosa ed il viola, ancora più smaglianti con la luce del tramonto. E’ possibile visitarle con un comodo trenino, ma passeggiarvi a piedi o in bicicletta in piena libertà è il modo migliore per immergersi in un paesaggio affascinante e suggestivo. All’interno delle mura, la cittadina ospita la chiesa di Nostra Signora delle Sabbie con un caratteristico campanile a vela, botteghe artigiane ed un punto vendita de La Cure Gourmande, indirizzo di riferimento per acquistare cioccolato artigianale, biscotti tradizionali, caramelle ed altri souvenir gastronomici locali, tra cui i tipici Calissons, biscotti alla mandorle ricoperti di glassa all’albicocca, e il già citato salame di toro.
Prima di andare via, non dimenticate di fermarvi in una cantina per degustare i vini tipici della zona: il Domaine de Montcalm, sulla strada tra Aigues Mortes e il parco ornitologico, offre nettari beverini (eccellenti se serviti ghiacciati su piatti di pesce) caratterizzati da una spiccata mineralità, per via del suolo sabbioso. Gli appassionati di equitazione invece non potranno non concedersi una cavalcata tra le paludi a bordo di uno dei meravigliosi cavalli bianchi della Camargue, razza autoctona di piccole dimensioni allevata in libertà e resistente sia al sole cocente che ai terreni fangosi tipici della zona. Per concludere il tour, potrete spingervi verso est fino alle bocche del Rodano e alla cittadina di Port Saint Louis, attraversando laghi ed acquitrini dove a farvi compagnia ci sarà esclusivamente la natura (munitevi di navigatore satellitare perchè perdersi è facilissimo). Probabilmente, alla visita della Camargue dedicherete solo un giorno, all’interno di un più vasto tour della Provenza. Ma siamo sicuri che, quando andrete via, la voglia di ritornare e approfondire qualcosa visto troppo frettolosamente sarà fortissima!
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