Una gita a Lindau dalla Val Venosta

Una gita a Lindau dalla Val Venosta

Ci sono destinazioni turistiche minori in Europa che sono troppo distanti dalla grande capitale per essere visitate durante il classico city break di 3-4 notti. Il turista medio italiano, specie quello abituato a prenotare in agenzia di viaggi, si preoccupa solo di procurarsi il volo e l’albergo; al massimo aggiunge i trasferimenti privati, una visita guidata o un’esperienza per conoscere le tipicità del territorio. Un po’ per pigrizia, un po’ per mancanza di spirito di iniziativa, difficilmente si getta alla scoperta delle gemme nascoste nei dintorni: è senza auto, e spesso gli risulta difficile prendere un treno o un altro mezzo di trasporto locale. Ma, per chi viaggia in indipendenza (sia sempre lodato il turismo fai da te, tanto vituperato da un vecchio spot pubblicitario) ed è provvisto di auto propria, non esistono limiti: una buona guida (meglio se Touring Verde o Lonely Planet), Google Maps per calcolare le distanze ed anche il piccolo borgo dove non arriva neanche una corriera sgangherata diventa raggiungibile. Abbiamo già parlato in un altro post della Terra Retica, il triangolo alpino che congiunge Val Venosta, Valtellina, Svizzera ed Austria. Da questa sorta di ombelico della regione alpina sono facilmente raggiungibili altre mete ignorate dal grande turismo delle capitali europee. Per citare alcuni esempi: in quale circostanza visiteresti la monumentale abbazia di San Gallo? O il piccolissimo Liechtenstein, con il castello di Vaduz? E soprattutto, quando visiteresti il Lago di Costanza e la sua perla, la romantica Lindau?

Lindau Centro

Già, Lindau. Da appassionato di laghi e cittadine in stile mitteleuropeo, l’avevo inserita da tempo nella wishing list dei miei viaggi. Ma quando andarci? Troppo distante da Monaco di Baviera, e altrettanto dalla Foresta Nera o da Zurigo. Il Lago di Costanza sarà anche il secondo bacino glaciale (dopo il Lago Lemano) più grande d’Europa, ma si trova de facto in mezzo al nulla. Con cosa abbinarlo? Cazzeggiando su Google Maps, scopro che poi non è così lontano dalla Val Venosta: 230 chilometri dall’hotel che ho prenotato per l’estate 2022, poco più di tre ore d’auto. Si può fare in una giornata, magari svegliandosi presto ed evitando soste lungo il percorso. Meglio magari di domenica, quando le autostrade non sono intasate dai mezzi pesanti. E’ un percorso tutto sommato agevole: basta oltrepassare il Passo Resia, discendere verso la cittadina austriaca di Landeck attraverso una scorrevole statale immersa nel verde e da lì seguire l’autostrada del Walgau fino all’ingresso in Germania, passando per il lungo traforo di 15 chilometri che bypassa il passo dell’Arlberg. Il viaggio in auto si svolge nei tempi previsti (c’è il tempo anche per una breve sosta fotografica al campanile di Curon Venosta, semisommerso nel Lago di Resia), e alle 11 del mattino di una luminosa e ventilata domenica di fine agosto sono già nel centro di Lindau alla ricerca di un parcheggio. Cercate di non arrivare troppo tardi, perché nelle giornate più affollate sarà un’impresa parcheggiare a ridosso nel centro storico. Anche perché, in caso di esaurimento stalli, vi informeranno solo sommarie indicazioni scritte al momento in lingua tedesca su cartelloni improvvisati.

Marktplatz

Riesco per fortuna a trovare posto sulle strisce blu accanto ad una banca, ed in pochi minuti di passeggiata attraverso un tipico viale alberato tedesco, raggiungo l’Insel, ovvero l’isola. Sì, perchè il centro storico della cittadina sorge su un’isola protesa nel lago, collegata alla terraferma da due ponti: uno stradale e l’altro ferroviario. Il primo edificio di rilievo che si incontra durante la passeggiata è la chiesa protestante di Santo Stefano nella vivace Marktplatz, la piazza del mercato, con una severa facciata tardo-barocca. La cattedrale cattolica, dedicata a Nostra Signora, è poco distante. Di origini antichissime (810 dopo Cristo), fu ricostruita ex novo, in stile rococò, dopo il devastante incendio che investì Lindau nel 1728. Proseguendo lungo l’itinerario vi troverete nella via principale, Maximilianstrasse, luogo preferito degli appassionati di shopping. Lungo la via potrete sbizzarrirvi fra negozi, botteghe artigianali, caffè all’aperto e fontane monumentali, nonché allo stesso tempo osservare lo stile gotico delle abitazioni e dei palazzi, intervallati dalle tradizionali case a graticcio bavaresi. Punto di arrivo della passeggiata è naturalmente il luminoso lungolago esposto a sud, dominato dal Mangturm, il vecchio faro della città utilizzato in epoca medievale. Il porticciolo, popolato tutto l’anno da yacht e barche a vela, è delimitato da due moli che quasi si toccano, alle cui estremità si trovano il nuovo faro, dalla cui sommità si gode una spettacolare vista del centro storico, e la statua del leone, alta sei metri, che rappresenta la regalità e la fierezza del popolo bavarese. Tutto il perimetro dell’isola è attraversato da un’attrezzata pista ciclabile, che si snoda tra la città vecchia, l’università ed i verdeggianti parchi che la abbracciano fino ai quartieri più periferici.

Leone

Non vi rimane che rilassarvi per qualche ora sorseggiando una birra in un locale con vista sul lago (nelle giornate limpide si possono ammirare anche le cime delle Alpi innevate) oppure concedervi una rinfrescante minicrociera sul Lago di Costanza. Sulla via del ritorno verso l’Alto Adige, potrete approfittarne per visitare il piccolo principato del Liechtenstein, distante poco più di mezz’ora d’auto. Gli interni del Castello di Vaduz non sono purtroppo visitabili, ma la verde collina che lo ospita vale una breve sosta per fotografare gli esterni e il panorama sul centro cittadino, che in realtà ha ben poco da offrire. Passateci solo se desiderate aggiungere la bandiera del Liechtenstein alla vostra collezione di stati visitati. Ma, volendo fermarsi per una notte, meglio proseguire con l’esplorazione del Lago di Costanza, che, oltre a Lindau, offre altre pittoresche cittadine da esplorare, tra cui quella che dà il nome al Lago e dalla quale il Reno fuoriesce con un vestito da fiume e non più da ruscello alpino.

Porto

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