E se, tra Szechenyi e Gellert, ti dicessi Rudas?
Poche città in Europa sanno essere epicuree come Budapest. La chiamano la Parigi dell’est, ma in comune con la Ville Lumière non ha praticamente niente, a parte l’aura romantica: non aspettatevi una città d’arte ricca di tesori inestimabili o locali glamour, quanto piuttosto una capitale che sa essere allo stesso tempo maestosa ed accogliente, elegante ed informale. Ma soprattutto, economica. Per quanto l’economia ungherese sia una di quelle che corre di più all’interno dell’Unione Europea, il cambio tra fiorino ed euro continua ad essere vantaggiosissimo. Per questo, è la meta ideale per chi vuole “vedersene bene“. E cosa c’è di meglio, dopo una lunga passeggiata nella città vecchia di Buda (magari rinunciando alla funicolare e salendo a piedi) o una sessione di shopping compulsivo su Viale Andrassy, rilassarsi con un bagno alle terme? Il sottosuolo della città è ricco di acque sorgive, e tutte le popolazioni che hanno vissuto nella capitale ungherese ne hanno sfruttato le potenzialità costruendo stabilimenti termali per curare i malanni cronici e ricreare cittadini e visitatori.
Nonostante i primi colonizzatori del paese furono i romani, che costruirono la cittadella di Aquincum sul confine danubiano dell’impero, di terme romane non vi è rimasto nulla. Furono i turchi ottomani ad impiantare, nel XVII secolo, i primi stabilimenti; naturalmente in stile arabo, con l’hammam, le vasche intarsiate da colonne ottagonali ed archi, una cupola emisferica a sovrastare l’edificio. Con l’arrivo degli Asburgo, a predominare fu un’architettura art-nouveau, di cui gli stabilimenti oggi più visitati, Gellert e Szechenyi, ne sono la più lampante testimonianza. Le Gellert, ubicate sotto la collina della Cittadella Nazionale, sono le terme per antonomasia: l’antico edificio si è perfettamente conservato, con mosaici, maioliche, colonne e statue a fare da cornice alle vasche. Piscina centrale a parte, vige ancora la separazione tra ala maschile e femminile, ma naturalmente non viene sempre rispettata. Poco spazio per idromassaggi e giochi d’acqua: qui la balneazione avviene senza fronzoli, e l’unica varietà è costituita dalla differente temperatura delle piscine, che spazia dai 26 ai 40 gradi. Il tutto è molto suggestivo, silenzioso e riposante, ma è evidente che alla lunga possa risultare noioso. Classiche, troppo classiche.
La tranquillità delle Gellert vi sembrerà un pallido ricordo tutto da rimpiangere, nel caso in cui doveste decidere di optare per le Szechenyi. E’ inevitabile che tutti i turisti ne siano attratti, per via delle suggestive piscine calde all’aperto dove potersi immergere anche quando la neve ovatta le colline del Danubio. Magari quando cala il buio, ed i fumi della condensa contribuiscono a creare un’atmosfera magica. Che di magico però purtroppo non ha nulla, tanta è la gente che affolla, in tutti i periodi dell’anno, questi bagni termali; impraticabili soprattutto durante la stagione delle gite scolastiche, quando vengono presi d’assalto da giovinastri di tutta Europa (in particolare italiani) che li scambiano per un parco acquatico, tuffandosi a bomba nella vasche, correndo, schiamazzando ed infastidendo persino gli storici bagnanti locali che giocano a scacchi immersi in acqua. Non va meglio nelle piscine interne, maleodoranti (e non solo perché l’acqua è sulfurea), sporche e troppo piccole per ospitare una tale mole di visitatori. Sembra pertanto non esserci un confortevole compromesso, quando parliamo di terme di Budapest, o almeno dei due stabilimenti più attrezzati e gettonati dal pubblico: o troppo relax o troppa confusione. Dove andare a rilassarsi, quindi? Ci sarebbero anche stabilimenti molto più economici (5 euro per un biglietto d’ingresso), ma sono poco più che piscinette condominiali…
E se, tra Szechenyi e Gellert, ti dicessi Rudas? La fine è al principio: tra gli antichi stabilimenti ottomani, ce n’è uno che, nonostante ammodernamenti e ristrutturazioni, ha mantenuto inalterato il suo fascino d’oriente. Al di là dell’architettura, le Terme Rudas spiccano per pulizia, organizzazione, comfort. La nuova area saune strizza l’occhio alle modernissime ed asettiche spa alpine, mentre lo storico hammam regala immediatamente la percezione di essere ad Istanbul. Ma il culmine dell’esperienza è senza dubbio la grande piscina ottagonale all’aperto sormontata dalla celebre cupola, che regala un’emozionante vista panoramica sul Danubio ed i suoi ponti. A conferma dell’orientamento giovanile della struttura, durante i week-end vengono spesso organizzati spa party alla luce delle stelle (il venerdì ed il sabato si chiude alle 3.00 am), con la partecipazione dei più importanti dj nazionali (meglio starne alla larga ovviamente, se non amate il genere e la folla). Fate attenzione al calendario settimanale dell’hammam: il martedì e riservato alle sole donne, il lunedì, mercoledì e giovedì ai soli uomini. Proprio in virtù di questa politica apparentemente conservatrice, le Terme Rudas, storicamente gay-friendly, sono le preferite dal popolo LGBT. Ma c’è accoglienza per tutti senza distinzione di gusti ed invivibili sovraffollamenti, ed ecco perchè le Rudas sono la miglior scelta possibile nel corso di un soggiorno nella capitale ungherese.
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