Una giornata tra i villaggi e i vigneti d’Alsazia
C’è un posto in Europa dove le fiabe dei fratelli Grimm prendono vita, e ci proiettano in un mondo di paesini con variopinte case a graticcio, sinuose viuzze acciottolate e insegne in ferro battuto adornate con coloratissimi fiori. Tutt’intorno, vigneti che si perdono a vista d’occhio e regalano nettari pregiati. Siamo in Alsazia, una regione di confine più volte contesa tra Francia e Germania, che ha saputo combinare le culture dell’una e dell’altra. Oggi fa parte della macroregione francese del Grand Est, ma basta attraversare il Reno per ritrovarsi nella teutonica Foresta Nera, dove le fitte abetaie si sostituiscono alle vigne generando un’atmosfera di romantico mistero. Strasburgo (tu chiamala, se vuoi, città d’affari!) e Colmar sono le città principali e le mete più gettonate, soprattutto durante i Mercatini di Natale. Ma è nei villaggi situati lungo la Strada del Vino, tra le colline ai piedi della catena dei Vosgi, che si ritrova l’autentica essenza alsaziana; molti di loro sono stati ormai scoperti dal grande pubblico turistico, ma visitandoli agli orari giusti è ancora possibile vivere qualche ora lontana dal caos delle auto, passeggiando lentamente e godendosi naturalmente un bicchiere di vino locale. Vediamo come organizzare una giornata tra i villaggi e i vigneti d’Alsazia.
Uscendo da Colmar, il nostro viaggio non può non partire da Eguisheim, un villaggio a pianta circolare circondato da una doppia cinta muraria che racchiude stradine a cerchi concentrici, il cui diametro massimo è solo di 350 metri. Celebre per aver dato i natali a Papa Leone IX, Eguisheim si caratterizza per le sue slanciate case a graticcio, sui cui tetti nidificano le cicogne, uccello simbolo della regione. Quasi all’ingresso del paese, il bivio de “Le Pigeonnier“, edificio atto nel Medioevo ad ospitare i piccioni, posizionato al centro di due stradine curvilinee, è uno degli scorci più fotografati della regione. La piazza principale ospita una delle più belle fontane d’Alsazia, sormontata dalla statua di Leone IX, e la chiesa romanica di San Pietro e Paolo. Al termine della passeggiata, fermatevi in una pasticceria per assaggiare il kougelhopf (una brioche allo zenzero), mentre alla cantina Gruss potrete degustare ed acquistare i più rinomati vini alsaziani. La bicicletta è uno dei mezzi raccomandati per esplorare i dintorni, e da Alsa Cyclo Tour è possibile noleggiare un’e-bike oppure partecipare ad uno dei loro tour predefiniti.
Proseguendo verso nord-ovest ed avvicinandoci ai piedi dei Vosgi, Kaysersberg è il secondo, tra i borghi imperdibili d’Alsazia, da visitare. Più volte vincitore del premio “villaggio più bello di Francia“, Kaysersberg è incastonata in una valle tra boschi e vitigni, dominata da un castello imperiale in rovina. Il centro storico, perfettamente conservato, si snoda sulle rive del limpido ruscello Weiss, scavalcato da un ponte medievale fortificato. La strada principale è un susseguirsi di eleganti case a graticcio in stile renano, dove è possibile addentrarsi nei cortili per fotografare suggestivi scorci fioriti. Il numero 126 di Rue Charles de Gaulle ospita la casa natale del celebre medico, pedagogo e Premio Nobel Albert Schweizer, con annesso museo dedicato alla sua esperienza come missionario in Gabon. Un passaggio ad arco accanto all’Hotel de la Ville conduce alla scalinata che si inerpica verso il Castello. Bastano pochi passi per ritrovarsi in un mare di vigneti, e la vista che si gode dalla cima, con l’intero paese ai propri piedi sormontato dal campanile della chiesa della Santa Croce, è qualcosa di impareggiabile. Prima di andare via, concedetevi una passeggiata sulla strada sterrata panoramica che, girando al largo del villaggio, vi riporterà al parcheggio.
Cinque chilometri ed una dolce collina separano Kaysersberg da Riquewihr, probabilmente il più celebre villaggio alsaziano, conosciuto dal grande pubblico come il paese de “La bella e la bestia” di Walt Disney. L’intero paesino, a pianta perfettamente rettangolare, sembra essere uscito da un libro di favole, e racchiude, ancor più amplificate, tutte le caratteristiche dei villaggi che abbiamo visitato in precedenza: case a graticcio dai colori pastello, balconi fioriti, ferro battuto, rampicanti e botteghe di artigiani dove il tempo sembra essersi fermato. Il monumentale Hotel de la Ville, più simile a una fortificazione che a un albergo, dà il benvenuto ai visitatori al principio della salita di Rue du General De Gaulle, dove la Maison de Hansi è la casa più alta di tutta l’Alsazia e la Maison Liebrich nasconde un romantico cortile con balaustre in legno, un pozzo ed un torchio perfettamente funzionante. Da non perdere il Museo delle Torture, ed anche qui, come a Kaysersberg, basta uscire dalle mura per ritrovarsi su una strada panoramica da cui godere di un romantica vista sul paese (qui dominato dalla Torre Dolder, che dall’interno del paese sembra più un’abitazione che un baluardo militare) e sugli sconfinati vigneti circostanti.
Ultima tappa prima di dedicarsi alle grandi città, il vicino villaggio di Ribeauvillé. Qui parlare di paesino è improprio, perchè Ribeauvillé, con i suoi 5.000 abitanti, è una vera e propria cittadina. Basti pensare che qui la Grand Rue, la strada principale che attraversa per intero il centro storico ed ospita gli edifici più belli, è lunga poco più di un chilometro. Può capitare, passeggiandovi, di sentirsi un po’spaesati, specie dopo aver visitato gli altri tre villaggi. Qui le case a graticcio cambiano architettura a seconda della corporazione di mestieri a cui appartenevano. La più bella è senza dubbio Maison Pfifferhus, la casa che nel Medioevo ospitava i più richiesti menestrelli e trovatori di tutta la Francia. Ma, ai tempi delle corporazioni, la più importante era quella dei macellai, come dimostra l’imponenza della Tour des Bouchers, alta 29 metri, che fungeva contemporaneamente da baluardo, campanile e prigione. Uscendo dalla città, attraverso un itinerario di circa 3 ore (consigliato ad escursionisti allenati) è possibile visitare i 3 castelli che svettano sulle colline circostanti, in particolare quello di Haut-Ribeaupierre che difese la cittadina durante la guerra dei Cent’Anni. Per chi invece preferisce ritmi più rilassati, imperdibile lo scorcio sul castello di Saint-Ulrich che si gode dalla piazzetta accanto alla Porta Alta.
Come avrete notato leggendo fin qui, i vigneti rappresentano lo sfondo di questi meravigliosi paesaggi, ed i vini meritano una menzione particolare per il loro eccellente rapporto qualità-prezzo: il Cremant d’Alsace, con la sua mineralità ed il suo perlage persistente, è un degno sostituto del più blasonato Champagne. Sylvaner, Pinot Grigio e Gewurtztraminer (completamente diverso da quello altoatesino) sono vini bianchi beverini caratterizzati da un’eccellente freschezza e aromaticità, che li rende perfetti per accompagnare le calde giornate estive. Il dolce Riesling è un decoroso vino da dessert. L’unico rosso della regione, il Pinot Nero, sembra vivere un po’ in ombra perché molto più morbido e meno tannico di tanti strutturati vini rossi italiani e francesi. Ma ciò non è un punto di debolezza, anzi! Proprio perché vellutato e poco impegnativo, si presta a un’incredibile versatilità di abbinamenti. Pertanto una giornata tra i villaggi e i vigneti d’Alsazia non può non concludersi in una cantina o in un bar all’aperto per sorseggiare un meritato bicchiere del proprio vino preferito.
You must be logged in to post a comment.